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Le priorità dei Millennial sul luogo di lavoro: ai primi posti il Benessere Psicologico

14 Feb 2023

I millennial – definizione che nasce da un celebre libro di William Strauss e Neil Howe, intitolato “Generations” – si distinguono dalle generazioni precedenti in quanto cresciuti all’interno della rivoluzione digitale e figli di un nuovo sistema educativo, molto più liberale che in passato. Queste peculiarità li spingono ad avere non solo una diversa visione del mondo, ma anche un approccio altamente personale al mondo del lavoro, facendosi promotori dello sviluppo di una nuova cultura del lavoro.

Per i Millennial (e non solo) il benessere mentale vale molto più della stabilità economica che può offrire un contratto indeterminato e rifuggono:   

  • ambienti di lavoro stressanti
  • carichi eccessivi
  • basse retribuzioni
  • poco tempo libero a disposizione
  • clima rigido e autoritario
  • essere poco coinvolti nel lavoro,
  • scarsa definizione dei ruoli e delle mansioni in azienda
  • cattivi rapporti con il team e con il management
  • poca flessiblità su luoghi e orari
  • scarsa attenzione dell’azienda ai temi sociali e ambientali
  • scarsa attenzione al benessere mentale delle persone.

La lista, insomma, è lunga ma sono necessità che emergono in modo prepotente soprattutto perché in Italia i dati emersi sul mondo del lavoro non sono positivi. In Italia, infatti, solo il 4% degli intervistati si sente coinvolto nel proprio lavoro. Il 49% è fortemente stressato, il 45% è preoccupato e il 27% delle persone prova tristezza quando è a lavoro.

Siamo il paese con i lavoratori più infelici tra tutti gli stati UE, peggio dell’Italia solo la Repubblica di Cipro.

E a soffrire maggiormente di problemi mentali legati al proprio impiego sono i più giovani. Secondo l’OMS più di 300 milioni di persone nel mondo soffrono di disturbi mentali legati al lavoro e il 59% dei Millenial ha problemi di bournout.

Il malessere psicologico al lavoro ha un costo di 136 miliardi di euro secondo l’EU-OSHA (Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro), questa spesa è dovuta principalmente a: aumenti di incidenti sul lavoro; assenze per malattia, turnover, recruiting di nuove risorse.

Sul posto di lavoro, i millennial, che attualmente hanno tra i 26 e i 41 anni, cercano prevalentemente: una buona retribuzione con benefit interessanti; la possibilità di usufruire del remote working, quando questo non è possibile diventa prioritaria, un’atmosfera serena e piacevole. Un clima aziendale positivo favorisce, infatti, sia il raggiungimento degli obiettivi prefissati, in termini di efficienza produttiva, sia il coinvolgimento e la motivazione della forza lavoro (c.d. motivazione interna) generando un circolo virtuoso di energia positiva.

È altresì importante per questa generazione sentirsi valorizzati, essere rispettati come persone, rimanendo se stessi senza rinnegare i propri valori e al contrario sentirsi rappresentati dai valori dell’azienda in cui si lavora.

I millennial prediligono datori di lavoro che promuovano una leadership non tradizionale ma che lasci ai giovani la libertà di esprimersi; interessati al benessere, alla crescita professionale e alla formazione dei propri dipendenti.

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