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CV e profilo LinkedIn nell’Era Digitale: sei sicuro che il tuo biglietto da visita funzioni?

18 Apr 2025

Hai definito il tuo valore e ora hai una storia interessante da raccontare. Ottimo. Adesso devi raccontarla nel modo giusto perchè il tuo CV e il tuo profilo LinkedIn sono la tua vetrina professionale, il tuo biglietto da visita nell’era digitale.

I recruiter dedicano in media qualche secondo a una prima scrematura di un CV per decidere se merita attenzione. Ma prima ancora di arrivare sulla scrivania, il tuo CV deve superare un primo, temibile guardiano: il software di pre-selezione, noto come ATS.

Sei sicuro che i tuoi strumenti siano pronti a superare questa doppia sfida? Vediamo come fare.

 

Il tuo primo lettore non è umano: come superare il guardiano digitale (ATS)

 

Prima di essere scelto da un essere umano, il tuo CV deve superare l’intelligenza artificiale che si occupa della pre-selezione. Questi software, chiamati

 

Applicant Tracking System (ATS), scansionano i curriculum in cerca di parole chiave e informazioni specifiche. Non capiscono la creatività, ma la struttura. Per essere “amico” dei robot, segui queste regole ferree.

 

Lista dei “To Do” e “Not To Do” per un CV a prova di ATS

  • To Do: usa le stesse parole chiave presenti nell’annuncio di lavoro a cui rispondi. Se l’annuncio cerca un “esperto in digital marketing con competenze SEO”, queste esatte parole devono apparire nel tuo CV.
  • To Do: usa font chiari e standard come Arial o Calibri.
  • To Do: salva il file in formato Word (.docx) o PDF basato su testo, non come immagine.
  • “Not To Do”: non usare tabelle, grafiche complesse o colonne. L’ATS non riesce a leggerle correttamente.
  • “Not To Do”: non inserire informazioni importanti nell’intestazione o nel piè di pagina. Spesso vengono ignorati.

 

  • “Not To Do”: non usare acronimi poco comuni senza prima esplicitarli.

 

Hai 7 secondi: l’anatomia di un CV efficace per l’occhio umano

Una volta superato il software subentra il recruiter. 

Ecco come strutturare il CV per catturare la sua attenzione in quei pochi, cruciali secondi.

 

    1. Dati personali essenziali: in alto, ben visibili: nome, email professionale, link al profilo LinkedIn, numero di telefono. Niente stato civile, indirizzo completo o età.
    2. Headline / Riepilogo Professionale: subito dopo i dati, inserisci un titolo che dica chi sei e cosa offri. Una-due righe che riassumano il tuo valore.
    3. Esperienze lavorative (con indicazione dei risultati ottenuti): in ordine cronologico inverso (dalla più recente alla più vecchia). Qui si gioca la partita più importante. Non elencare le mansioni, ma descrivi i risultati misurabili.

      L’ESEMPIO “PRIMA E DOPO”
  • PRIMA (noioso e generico): responsabile vendite.
    – Gestione dei clienti dell’area.
    – Preparazione delle offerte commerciali.
    – Raggiungimento degli obiettivi di vendita.
  • DOPO (specifico e d’impatto): sales manager – Area Nord-Est
    – Gestito e sviluppato un portafoglio di 50+ clienti, incrementando il fatturato di area del 15% nel 2024.
    – Progettato e negoziato offerte commerciali che hanno portato all’acquisizione di 5 nuovi clienti strategici.
    – Superato del 20% l’obiettivo di vendita trimestrale per 3 trimestri consecutivi.

Vedi la differenza? Il secondo parla di risultati, di valore.

  1. Competenze: suddividi chiaramente tra hard skills (software, strumenti) e soft skills (comunicazione, problem solving).
  2. Lingue: indica il livello di padronanza usando lo standard europeo (CEFR, es. B2, C1).

LinkedIn non è un museo: trasforma il tuo profilo in un ecosistema vivente

 

Errore gravissimo: fare copia-incolla del CV su LinkedIn. Il CV è un documento statico, un riassunto. LinkedIn è una piattaforma dinamica, una conversazione continua.

 

  • La Headline è la tua insegna al neon: non limitarti a scrivere il tuo ruolo lavorativo. Specifica chi sei e come puoi aiutare. Un esempio efficace è: “Consulente Marketing | Aiuto le PMI a crescere online con strategie data-driven”. È chiaro, specifico e orientato al beneficio.
  • La foto e il banner sono la tua stretta di mano virtuale: usa una foto professionale che trasmetta chiarezza e accoglienza. Evita assolutamente i selfie scattati in vacanza o le foto di gruppo tagliate. Usa l’immagine di copertina (il banner) per inserire un elemento che rifletta il tuo settore o la tua professionalità.

Hai una vetrina impeccabile. Il CV è a prova di robot e di recruiter, il profilo LinkedIn brilla. Il telefono squilla: “Buongiorno, la chiamo per un colloquio”. E ora? Come si trasforma una candidatura perfetta in un’offerta di lavoro?

Lo scopriremo nel prossimo capitolo: “Il Colloquio non è un’interrogazione, ma un dialogo. Ecco come sostenere la conversazione”.

* Articolo redatto per il progetto R.A.D.I.C.I.  – Rete Attiva per il Domani: Insieme per una Comunità Integrata.

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