Ce l’hai fatta. Il tuo CV ha superato i robot, il tuo profilo LinkedIn ha convinto un recruiter e il telefono è squillato. Ora ti separa dal tuo obiettivo un solo, ultimo passo: il colloquio di lavoro.
Sento già la tua ansia. Il cuore che accelera, le mani che sudano, la mente che immagina domande a trabocchetto e sguardi giudicanti. È normale, ci siamo passati tutti. Ma in realtà il colloquio non è un’interrogazione, non è un processo a senso unico in cui tu devi “difenderti” e il recruiter “giudicarti”.
Un colloquio di successo è una conversazione tra due professionisti che cercano di capire se possono creare valore insieme. È un’opportunità di scambio reciproco: tu stai valutando l’azienda tanto quanto l’azienda sta valutando te.
Una volta che capisci questo, tutto cambia. Vediamo insieme come trasformare la paura in una performance brillante.
Gioca d’anticipo: la preparazione che fa la differenza
Il 90% del successo di un colloquio si costruisce prima di sedersi su quella sedia. Arrivare impreparati non solo ti fa apparire poco professionale, ma alimenta la tua stessa ansia. Una preparazione strategica è il più potente tranquillante che esista.
- Studia l’azienda come se dovessi investirci dei soldi: vai oltre la home page del sito, leggi la loro mission e i loro valori, cerca le ultime notizie che li riguardano, leggi le recensioni dei dipendenti: capire la loro cultura è fondamentale.
- Indaga sul tuo interlocutore: cerca su LinkedIn la persona che incontrerai e cerca di capire il suo ruolo e il suo percorso perché ti aiuterà a entrare in sintonia.
- Divora la job description: rileggi l’annuncio di lavoro ed evidenzia le 3-4 competenze chiave richieste. Prepara degli esempi concreti dalla tua esperienza che dimostrino che tu possiedi proprio quelle competenze.
Le tue storie, le tue prove: raccontare i successi con il Metodo S.T.A.R.
Quando un recruiter ti chiede “Mi parli di una volta in cui…”, non vuole una risposta generica. Vuole una prova, una storia che dimostri le tue capacità. Il metodo più efficace per farlo è lo S.T.A.R.:
- S – Situazione: descrivi brevemente il contesto
- T – Task: spiega qual era il tuo obiettivo o il problema da risolvere
- A – Azione: dettaglia le azioni specifiche che TU hai intrapreso
R – Risultato: Illustra i risultati concreti e misurabili che hai ottenuto
Esempio:
“Nel mio precedente lavoro, un membro importante del team si è licenziato improvvisamente nel bel mezzo di un progetto critico (Situazione). Il mio compito era farmi carico delle sue responsabilità per garantire la consegna al cliente nei tempi stabiliti (Task). Ho immediatamente riorganizzato le mie priorità, mettendo in secondo piano altri progetti per dedicare piena attenzione alle urgenze del cliente (Azione). Grazie a questa riorganizzazione, il progetto è stato completato nei tempi, e il cliente, soddisfatto, ha firmato un contratto ancora più importante per l’azienda (Risultato).
Il Tuo corpo parla: gestire l’ansia e comunicare sicurezza
L’ansia è energia. Invece di fartene schiacciare, impara a gestirla.
- Respira: prima di entrare, concentrati sulla respirazione diaframmatica. Ha un effetto calmante immediato.
- Visualizza il successo: immagina la scena (entri con sicurezza, stringi la mano con fermezza, sostieni una conversazione piacevole e ricevi un feedback positivo): la mente non distingue un’esperienza vividamente immaginata da una reale.
- Fai delle prove: simula il colloquio con un amico o anche solo davanti allo specchio: ti aiuterà a rendere più fluidi i tuoi discorsi.
Non solo risposte: le domande che dimostrano il tuo valore
Arriva sempre il momento in cui il recruiter chiede: “Ha qualche domanda per noi?”. Questo non è un pro-forma, è la tua più grande occasione perché le domande che fai rivelano il tuo modo di pensare e il tuo reale interesse.
Ecco alcune domande intelligenti che puoi fare:
- “Come è strutturato il team di cui potrei fare parte?”
- “In che modo il team si inserisce nell’organizzazione più ampia?”
- “Quali sono i passaggi successivi del processo di selezione?”
Hai superato il colloquio e hai ricevuto un’offerta. Fantastico. Ma il viaggio è davvero finito? Come si trasforma un nuovo lavoro nell’inizio di un percorso di crescita continua?
Nel nostro ultimo articolo, chiuderemo il cerchio e guarderemo all’orizzonte: “Orientarsi è un viaggio, non una meta. Qual è il tuo prossimo passo, oggi?”
* Articolo redatto per il progetto R.A.D.I.C.I. – Rete Attiva per il Domani: Insieme per una Comunità Integrata.