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La Convenzione 190 a tutela delle discriminazioni e della violenza sul luogo di lavoro

06 Dic 2022

Il World Health Mental Day si celebra il 10 ottobre, ed è occasione di riflessione su tematiche sempre più diffuse in tema di benessere psicologico che interessano sempre più un ambito finora poco considerato che è quello lavorativo.

Questo è dovuto al dilagare di fenomeni di bullismo, non più relegati ad ambienti giovanili, ma sempre più diffusi negli ambienti lavorativi, tanto che si è iniziato a parlare di Workplace Bullying una nuova forma di vessazione che colpisce professionisti e dipendenti, declinata in un novero di comportamenti sociali di tipo violento e ripetuto nel tempo attuati nei confronti di colleghi e collaboratori.

Il Workplace Bullying, che può includere abusi verbali, condotte offensive, intimidazioni o aggressioni, può causare sia danni fisici sia un crescente stato di angoscia mentale. Nonché alto assenteismo e rotazione dei dipendenti, bassa produttività e, di conseguenza, danni alla reputazione di un’azienda.

Gli effetti psicologici correlati a queste esperienze negative risultano devastanti: i professionisti coinvolti, infatti, hanno maggiori probabilità di avvertire problemi di salute mentale come ansia e depressione, talmente forti da essere nel 50% dei casi motivi di dimissioni per i lavoratori gli Under 35.

La gravità del fenomeno dell’aggressività sul lavoro è tanto più confermata e sentita che è stata necessaria una regolamentazione unitaria finalizzata a dare ordine all’insieme eterogeneo delle molteplici fattispecie che, nel corso degli ultimi decenni, si sono venute accumulando per opera soprattutto dell’analisi condotta dalle scienze psicologiche sul comportamento umano infatti dal 29 ottobre è entrata in vigore anche in Italia la Convenzione n. 190 OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro, approvata il 21 giugno 2019 a Ginevra da ben 187 Paesi e ratificata in Italia attraverso la legge n. 4 del 15 gennaio 2021.

La Convenzione ha l’obiettivo della protezione di ogni lavoratore di ogni tipologia e settore e il contrasto alla violenza che si verifichi “in occasione di lavoro, in connessione con il lavoro o che scaturiscano dal lavoro”.

La Convenzione 190, che ha il rango di un vero e proprio trattato internazionale, è – unitamente alla Raccomandazione 206 OIL, suo naturale complemento interpretativo – uno strumento normativo molto evoluto, riconoscendo nelle premesse “il diritto di tutti ad un mondo del lavoro libero dalla violenza e dalle molestie, ivi compresi la violenza e le molestie di genere” e proponendosi di fissare elevati standard comuni allo scopo di affermare “una cultura del lavoro basata sul rispetto reciproco e sulla dignità dell’essere umano”: obiettivi, questi, perseguiti attraverso una politica di “tolleranza zero” nei confronti della violenza e delle molestie, rivolta tanto alla prevenzione quanto al contrasto delle condotte lavorative ostili.

Le linee di azione dello strumento convenzionale sono molteplici: si parte dalla prevenzione, devoluta principalmente alle parti sociali e in particolar modo alla contrattazione collettiva, e declinata attraverso gli strumenti della formazione, del coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici (cogestione) e di una più approfondita valutazione preventiva dei rischi, anche attraverso l’adozione di specifiche misure che garantiscano una protezione più efficace a favore delle potenziali vittime o categorie di vittime (art. 8 e 9).

Il testo della Convenzione riconosce quali violenza e molestie nel mondo del lavoro tutta una serie di condotte e pratiche inaccettabili, minacce, singole o reiterate, poste in atto con lo scopo di o che determino un danno fisico, psicologico, di natura sessuale o economica, inclusa la violenza di genere. La Convenzione protegge i lavoratori e gli altri soggetti che operano nel mondo del lavoro, indipendentemente dal tipo di contratto a cui sono soggetti, incluso, quindi, i tirocinanti e gli apprendisti, i volontari, le persone in cerca di lavoro, i candidati al lavoro, i lavoratori il cui contratto sia già scaduto e tutti coloro a cui è riconosciuto lo status di lavoratore in base alla legislazione nazionale. La Convenzione trova applicazione a prescindere dall’ambito lavorativo, che sia quindi pubblico o privato.

Gli interventi negli ordinamenti nazionali dovranno essere attuati dai diversi Paesi attraverso leggi, regolamenti, contratti collettivi, adeguamento della normativa esistente in materia salute e sicurezza sul lavoro.

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