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Sognare il lavoro del futuro

04 Ago 2022

L’ultimo rapporto del World Economic Forum, al termine dell’emergenza COVID, ha analizzato la situazione lavorativa a livello mondiale considerando le conseguenze della pandemia; in base a studi e ricerche ha stabilito quali sono le principali tendenze che ridefiniranno gli impieghi entro i prossimi anni.

Emergono tre diverse tipologie di lavoro che certamente vedranno una forte crescita, ed è importante tenere in considerazione questo studio in ottica di investimento formativo e di ricerca del lavoro.

La prima tipologia di lavoro che avrà un forte sviluppo è il lavoro da casa, o lavoro agile, comunemente ed impropriamente chiamato “smart working”.
Il lavoro da casa può presentare vantaggi sulla qualità della vita del lavoratore e sul lavoro stesso. Si è fortemente sviluppato proprio durante la pandemia, a causa dei continui e prolungati lockdown, ed è stato possibile grazie allo sviluppo e al potenziamento della rete internet a livello nazionale e mondiale. 
Questa tipologia di lavoro prevede prestazioni lavorative da svolgere in autonomia; il rapporto di lavoro viene impostato su obbiettivi raggiunti e non su ore lavorate.
E’ importante considerare che anche le aziende devono impegnarsi a tutelare e a garantire il lavoratore, stipulando contratti che garantiscano una maggiore flessibilità e un’autonomia nello svolgimento del lavoro.
D’altro canto, le aziende stesse possono trarre dei vantaggi: lavorare in un ambiente familiare e con maggiore autonomia può portare i dipendenti ad aumentare la loro produttività; inoltre la motivazione e la soddisfazione dei lavoratori può aumentare. Le aziende possono inoltre trarre vantaggi economici da risparmi su costi strutturali.
Sono da considerare tuttavia alcune possibili difficoltà per coloro che lavorano da casa: infatti, lavorare in luoghi prima totalmente dedicati alla propria vita domestica può costituire un ostacolo per la concentrazione e rendere difficile suddividere tempi dedicati al lavoro e alla vita privata. Per questo è necessario lavorare in modo responsabile, con la giusta consapevolezza.

La seconda tipologia di lavoro che emerge dallo studio è rappresentata dai green jobs, cioè i lavori che hanno a che fare in qualche modo con l’ambiente: occupazioni nei settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell’ambito di ricerca e sviluppo, dell’amministrazione e dei servizi che contribuiscono in maniera incisiva a preservare e/o restaurare la qualità ambientale.

Alcuni esempi di green jobs sono quelli legati all’ agricoltura biologica, alla silvicoltura sostenibile ed al turismo ecologico. Il comparto più significativo è tuttavia rappresentato dall’industria dell’energia rinnovabile.

I green jobs saranno strategici particolarmente nei territori ad alta valenza culturale e ambientale, quindi anche in luoghi sino ad ora non particolarmente attrattivi da un punto di vista lavorativo.

L’ultima tipologia che emerge da questa analisi è la “Gig economy”, o economia dei lavoretti.
La Gig economy si è sviluppata moltissimo negli ultimi 10 anni; è nata all’inizio del 900, e l’origine di questo nome è da ricercare nel termine engagement (per questo il termine Gig). La Gig economy prevede lo scambio di prestazioni da lavoratori autonomi, senza grandi vincoli contrattuali. L’incrocio tra domanda e offerta di lavoro avviene sempre più attraverso la rete internet, su siti online, piattaforme web e app. La Gig economy si sta fortemente sviluppando come conseguenza del mondo del lavoro che è sempre più globalizzato e allo stesso tempo sempre più parcellizzato. A titolo di esempio, rientrano in questa tipologia di lavoro una performance di musica dal vivo, una corsa per un autista Uber (Forbes ha definito la Gig economy “Uberizzazione del lavoro”), un articolo pagato per un sito web o una campagna di marketing. La Gig economy in questo momento necessita di regolamentazione, non solo in Italia ma in moltissime nazioni del mondo.

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